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L'isola di Kos nella Mitologia greca

La seconda fatica di Eracle, l'uccisione dell'Idra di Lerna, in un dipinto del Pollaiolo
Eracle uccide l'Idra di Lerna
Un fatto storico accertato, sebbene non datato, è che a seguito di un catastrofico terremoto l'isola di Kos si divise in due parti di cui la più piccola diede origine all'isola di Nisyros.

A quest'evento naturale possiamo collegare le leggende mitologiche che narrano di come l'isola di Kos fosse il rifugio preferito di alcuni Giganti protagonisti sconfitti nella guerra contro gli dei dell'Olimpo (Gigantomachia).

Uno dei Giganti che si rifugiò a Kos, dopo la sconfitta, fu Polibote, particolarmente odiato dal dio dei mari Poseidone.
Quando questi lo scovò, decise di spaccare l'isola di Kos in due parti, scagliandone una contro il Gigante, seppellendolo.
Questa parte dell'isola di Kos è oggi conosciuta come l'isola di Nisyros.

Tuttavia, la mitologia greca collega l'isola di Kos ad uno dei più grandi eroi greci: il semi-dio Eracle (corrispondente alla figura mitologica romana di Ercole).
Infatti sull'isola di Kos ritroviamo in città, vicino al Platano di Ippocrate, un tempio dedicato ad Eracle.

Il mito lo vuole figlio di Zeus e di Alcmena, moglie di Afintrione, della quale Zeus si invaghì e ne ingannò l'onestà presentandosi a lei sotto l'aspetto del marito assente.
Alcmena godette innocentemente della gioie coniugali concependo un figlio da Zeus.

"Era", la moglie di Zeus, accecata dalla gelosia e dall'inganno del marito, osteggiò da sempre i propositi di Zeus che voleva Eracle regnare sin da giovane su Argo e sui discendenti di Perseo.

Perciò "Era" fece in modo che Eracle nascesse in ritardo, favorendo così la nascita prematura di Euristeo, altro figlio illeggittimo di Zeus.
In tal modo ottenne che il primogenito discendente di Zeus fosse posto a capo del regno di Micene al posto di Eracle, asservito così al debole Euristeo.

Tuttavia Zeus persuase "Era" ad acconsentire che Eracle sarebbe diventato un dio, dopo aver compiuto le imprese impostegli da Euristeo.

L'ira di "Era" nei confronti di Eracle non si placò mai, e quando questi sposò Megara, figlia di Creonte, re di Tebe, "Era", accecata dai successi di Eracle, lo fece impazzire al punto tale che Eracle, scambiati i propri figli per nemici, li infilzò uno ad uno con la propria spada.

Quando Eracle recuperò la ragione cadde in disperazione e si recò a Delfi dall'Oracolo per chiedere cosa dovesse fare per purificarsi.

La risposta fu di stabilirsi a Tirinto e di servire Euristeo per 12 anni, compiendo tutte le fatiche che Euristeo stesso ritenesse opportuno di imporgli. In cambio avrebbe ottenuto l'immortalità.

Cominciarono così le 12 fatiche di Eracle:
Il Leone di Nemea - L'Idra di Lerna - La cerva di Cerinea - Il cinghiale di Erimanzio - Le stalle di Augia - Gli uccelli Stinfali - Il toro di Creta - La cintura di Ippolita - Il bestiame di Gerione - I pomi d'oro delle Esperidi - La cattura di Cerbero.

Dopo le 12 Fatiche, Eracle, colpevole di aver ucciso i figli, ritornò a Tebe, divorziò dalla moglie Megara e la diede in sposa al nipote Iolao.

Dopo ulteriori imprese e peripezie, Eracle tornò a Tirinto e fu in quel tempo che organizzo la spedizione contro Troia.
L'antefatto risale a vent'anni prima, quando di ritorno dal viaggio nel paese delle Amazzoni, assieme al compagno Telamone, vide Esione, figlia di Laomedonte, re di Troia, incatenata a una roccia sulla spiaggia di Troia.

La giovane doveva essere data in pasto ad un mostro marino mandato da Poseidone per punire Laomedonte colpevole di non aver pagato il compenso promesso ad Apollo e Poseidone per averlo aiutato ad erigere le mura di Troia.

A questo punto Eracle propose di salvare la giovane Esione, uccidendo il mostro marino, a patto che Laomedonte l'avesse ricompensato con le cavalle che Zeus gli donò come compenso per il ratto di Ganimede.
Laomedonte accettò ed Eracle uccise il mostro, ma dato che il re era solito non mantenere le promesse date, gli rifiutò il compenso pattuito.

Infuriato Eracle abbandonò l'isola di Troia con la promessa di ritornare e di conquistare la città.
Vent'anni dopo, Eracle ed il suo braccio destro, Telamone di Salamina, allestirono navi ed assoldarono uomini per la spedizione contro Troia.

La conquista di Troia avvenne in breve tempo. Eracle uccise Laomedonte ed i suoi figli, dando Esione in sposa a Telomone, prese le cavalle reali che il re gli doveva ed affidò il regno di Troia a Priamo.

Dopo aver appiccato il fuoco ed incendiato la città di Troia, Eracle riprese il mare, ma venne sorpreso da una forte tempesta, mandata dall'invidiosa ed ostile "Era", che lo spinse fuori rotta facendolo approdare sull'isola di Kos.

Gli abitanti dell'isola, ignari che fossero dei Greci, pensando ad un attacco di pirati, cercarono di allontanartli a colpi di pietre.
Ma Eracle riuscì comunque a sbarcare e ad impadronirsi della città di Astipalea durante un assalto notturno.

Successivamente uccise il re, Euripilo, figlio di Poseidone e di Astipalea. Ma lo stesso eroe durante la battaglia fu ferito da Calcodonte e salvato da Zeus.
Devastò l'isola di Kos e uccise quasi tutti i Meropi, grazie al secondo astuto travestimento della sua vita.

Infatti al travestimento è legata la pratica culturale del sacerdote di Eracle ad Antimachia, che svolgeva le sue funzioni in abiti esclusivamente femminili.

Alcuni sostengono che Eracle attaccò Kos perché si era innamorato di Calciope, figlia di Euripilo.

Eracle fu poi guidato da Atena a Flegra, dove aiutò gli dèi a vincere la battaglia contro i Giganti.

La presenza di Eracle era indispensabile ai fini della vittoria, perché soltanto un uomo mortale poteva sconfiggere i Giganti.
Gigantomachia: Poseidone attacca con il tridente il Gigante Polibote e la madre Gaia, risalendo dalla Terra, chiede pietà al Dio per la vita di suo figlio
Gigantomachia: Poseidone combatte Polibote
Eracle uccide il mostro marino Ketos a Troia e salva la giovane Esione, figlia di Laomedonte re di Troia
Eracle uccide Ketos a Troia
Koios (o Coeus o Ceo o Polos) uno dei titani che diede il nome all'isola di Kos. Padre di Latona (o Leto) madre di Apollo ed Artemide
Koios o Coeus
Il muscoloso eroe Eracle si appoggia sul suo bastone avvolto dalla pelle di leone
Eracle (Ercole secondo i Romani)
 

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